Festa del SS. Crocifisso
Il Crocifisso è una scultura in leccio smaltato marrone scuro, raffigurante Cristo appena morto e appoggiato pesantemente sul ginocchio piegato. Sembra disimpegnarsi dalla croce e raggiungere l’osservatore, liberando dal volto una notevole intensità espressiva. Il vescovo di Agrigento Francesco Rhini, insieme alla bolla del 27 febbraio 1681, eresse la Confraternita dei SS. Crocifisso. Il Crocifisso nero viene celebrato il 3 maggio di ogni anno. La tradizione cattolica per lo stesso giorno è sempre stata legata alla scoperta della vera croce di Cristo da parte di Sant’Elena a Gerusalemme. La scultura deve essere stata realizzata entro e non oltre il 1600, anche se potrebbe essere un’opera giovanile, nascosta per secoli nell’antico castello di Siculiana (Agrigento), il Castello Chiaramonte.
La leggenda popolare racconta che il Crocifisso fu commissionato agli abitanti di Burgio, e si trovava a Siculiana quando veniva trasportato con un carro. Il facchino si fermò in un magazzino nell’attuale contrada Casale e successe che un cieco sedette sul baule della statua riacquistando subito dopo la vista. I siculianesi furono sorpresi da quanto accaduto, capendo così il contenuto della scatola, e non vollero che il Crocifisso ripartisse per raggiungere la destinazione. Ci fu una lite con gli abitanti di Burgio e fu concordata una gara: mettere la cassa su una carrozza trainata da buoi su entrambe le estremità e se avessero attraversato il torrente vicino al paese di Burgio, avrebbero vinto, altrimenti Siculiana avrebbe tenuto il Cristo nero. I buoi si rifiutarono miracolosamente di attraversare il corso d’acqua, così il Crocifisso rimase nelle mani dei siculianesi. Temendo che la statua sarebbe stata rubata dagli abitanti di Burgio o pirati musulmani, fu conservata nella chiesa del Castello Chiaramonte. All’inizio del XVII secolo il Crocifisso fu spostato nella chiesa madre e posto a lato dell’odierno battistero della Pietà. Nel 1813, dopo l’ampliamento della chiesa, il Simulacro fu collocato dove ancora rimaneva l’abside, nella piccola chiesa prospiciente l’altare maggiore. Quindi un velo fu posto davanti alla chiesa per ottenere maggiore rispetto, e iniziò l’usanza di far cadere (abbassare) il velo. Si tratta di una grande dedica ai fedeli, solennemente celebrata al concerto del canto di lode “A Te lode o Crocifisso” del 2 maggio. Secondo il sommo sacerdote Moscato dei primi del ‘900, questo rito è legato ad un’antica usanza, quella di mettere un velo davanti all’immagine più nobile per mostrare rispetto.
Ogni anno, il 3 maggio, si svolge la tipica processione in cui viene simulata la storia della feroce contesa tra Burgio e Siculiana, facendo ondeggiare la statua del Cristo come allora. Una caratteristica pratica del culto e della dedizione è che i siculianesi spesso fanno un pellegrinaggio al Simulacro a piedi nudi.


